Grottammare e Liszt

Grottammare e Liszt

Perchè il “Premio Liszt” a Grottammare

Grottammare può essere madrina di talenti, di ispirazioni, di aspirazioni e veder premiato il duro lavoro di un giovane musicista anche nel difficile contesto del terzo millennio.

Il Comune nel 2000, in occasione dei 130 anni sul soggiorno a Grottammare del grande musicista Ungherese, ha pubblicato uno stralcio del Suo soggiorno nell’ estate del 1868, ciò mi hanno indotto a rendirgli omaggio in segno di gratitudine, realizzando quello che è sempre stato il mio sogno ossia

Il Concorso Pianistico Internazionale “Premio Franz Liszt”

Immagini e testo uniti in maniera mirabili, mi suggeriscono le motivazioni profonde che trasformano la memoria in cultura e desiderio.
La motivazione del premio è proprio quella di consegnare ai giovani talenti musicali l’eredità grande di un testimone eccellente del linguaggio universale inventato dall’uomo ancora insostituibile: la Musica.

 

 

Franz Liszt ( Ferenc ) proveniente da Fabriano, in compagnia dell’amico e padre spirituale, Abate Antonio Solfanelli, in un momento difficile della Sua particolare e straordinaria vita, stanco e affranto in piena crisi mistica giunge a Grottammare, accettando quell’invito del Folfanelli per un riposo fisico e mentale.
Grande fu la suggestione che esercitò su di lui questo luogo, fonte di pace e di serenità, tanto da informarne la sua Carolyne von Sayn – Wittgenstein. Infatti in una lettera all’amata, descrive il suo soggiorno come amabile, vanta i pregi della popolazione locale, la straordinaria ospitalità offertagli dai Conti Fenili, l’erudizione della nobiltà con la quale instaura rapporti di amicizia, oltre l’apprezzamento per le tante operose attività commerciali locali.
Durante il soggiorno a Grottammare, Liszt instaura anche rapporti cordiali con la popolazione, si reca sovente nella Cattedrale di San Pio V dove vi è un organo, il Callido , che Egli suona incantando i fedeli con il suo straordinario virtuosismo, durante le cerimonie religiose in particolare quelle mattutine.

I legami più profondi che dureranno tutta la vita, nascono però con le Famiglie dei Conti Fenili , dei Marchesi Laureati, degli Speranza e dei Comi.

I Conti Fenili , moglie del Conte Fenili è donna Maria Mascioli zia dell’Abate Solfanelli, donna intlligante e sensibile, instaura con Liszt un rapporto intenso, quasi filiale, la nobildonna comprende l’instabilità psicologica del “Genio” e lo accudisce con amorevoli cure e rinverdisce in Lui il desiderio di vivere. Palazzo Fenili, che lo ospita, è immerso nel verde di una folta vegetazione ed è intriso dal profumo dei fiori d’arancio e della marina la cui brezza arriva fino alla camera da letto di Franz dalla quale si intravvede l’arenile e la scogliera. Palazzo Fenili, insieme a Palazzo Nardi de Prada sono le prime imponenti costruzioni sorte nel sottostante Borgo Medievale, la Marina che ancora oggi, nonostante il trascorrere del tempo e della storia, viene così chiamata.

In questa pace Liszt compone l’Offertorio ( per solo coro maschile ) per la Messa solenne di S.Francesco d’Assisi.

Il M° Licio Cernetti dopo accurate ricerche ha la certezza che questa composizione sia stata scritta qui a Grottammare. Il M° Cernetti la trascrive per organo e ne fa commovente omaggio all’Associazione

 

Marchesi Laureati, famiglia nobile e colta, vantano un musicista, Pietro, “enfant prodige”. Pietro inizia giovanissimo a studiare musica e ad undici anni fa già parte dell’Orchestra del Teatro di Ascoli Piceno, come violoncellista al cembalo. Il primo novembre del 1837, tiene, con esito brillantissimo, la sua prima accademia a Parigi, diventando così l’idolo delle più raffinate società musicali e ricercatissimo violoncellista in tutte le corti europee, definito dalla critica “il Paganini” del violoncello. Amico di Beethoven, del tenore Rubini che accompagna spesso nei concerti, è anche amico di Balbo,di Capponi, di Gioberti e di Giusti, occupa per ben venti anni il posto di primo violoncello del Grande Teatro dell’Opera di Londra; Pietro suona con Liszt nello splendido palazzo, residenza dei Marchesi, che ha ospitato re, principi e artisti, dove fu ” fatta” l’unità d’Italia.

 

Gli Speranza, Famiglia di storici e giuristi, anch’essi vantano un musicista, Marco, insigne violinista, che ha tenuto concerti in tutti i più importanti teatri italiani ed Istituzioni musicali; in duo, Marco suona accompagnato al pianoforte da Liszt.

La residenza degli Speranza è posta sulla collina, antica falesia, che sovrasta Grottammare, la cui pineta assume il nome della Famiglia Speranza, da cui si gode un panorama di incomparabile bellezza tanto che nei giorni chiarissimi e tersi si intravedono, tracciate come segni, le coste dalmate. Liszt gode di tutto questo, della marina dove passeggia, leggendo il breviario sotto gli aranceti dove si ferma a meditare. Va ricordato che Liszt vive intensamente di meditazione e di preghiera al di la della sua spasmodica continua intenzione a “farsi prete” desiderio avuto fin dalla giovanissima età, anche se nel 1865 riceve dal Papa Pio IX gli Ordini minori , diventando l ‘Abbè Liszt .

I Comi, eminenti scienziati e ricercatori nel settore chimico, il cui capostipite Vincenzo è originario di Torano, impiantano a Teramo, a Giulianova e a Grottammare una fabbrica per la produzione del cremore. Compagno di Liszt di passeggiate per il Borgo Medievale di Grottammare e lungo la Marina , è Vincenzo Comi nipote del capostipite. Dopo accurate ricerche storiche a Teramo e Torano si evince che questa amicizia non si è esaurita nell’arco di una vacanza ma è durata oltre.

Vincenzo, giovane intelligente, bello, colto, raffinato, elegante nell’aspetto e nel comportamento, ha saputo allietare le “sei settimane”, organizzando, in onore di Liszt, feste, cenacoli musicali e culturali nei salotti della erudita Nobiltà grottammarese.
Sebbene vi fosse una notevole differenza di età tra i due amici questa amicizia non ha precluso a Liszt la possibilità di confidare a Vincenzo le sue malinconie le sue riflessioni le sue più intime emozioni.

Vincenzo sapeva ascoltare l’illustre Amico durante le loro lunghe passeggiate.